LE DONNE GELOSE
NOTE DI REGIA
“Le donne gelose”, commedia ‘Veneziana, venezianissima’ come la definisce lo stesso autore, sono state rappresentate per la prima volta nel Carnevale dell'anno 1752. Nei limiti di una Venezia di tutti i giorni, dove anche il famoso Carnevale non ha nulla di eccezionale , Goldoni mette in scena i suoi personaggi ‘naturali’, ‘naturali’ però con un preciso senso storico: il modo di vedere le cose della borghesia, la classe allora all’avanguardia, che vuole liberare la società dalle arretrate sovrastrutture e dai vecchi privilegi. La vicenda si riduce quasi a nulla - la gelosia di due donne maritate per una vedova intraprendente – e ha addirittura l’inconsistenza di un equivoco quando Giulia e Tonina scoprono che i loro mariti frequentano la vedova non per amore, ma per interessi e che “per causa de Siora Lugrezia” hanno fatto buoni guadagni. Tutto finisce bene, con l’elogio dei soldi, i più fedeli consolatori delle infelicità umane. E così si afferma il vero motivo conduttore della vicenda: la ‘falsa’ gelosia è stato il tema delle maritate Giulia e Tonina; la ‘verità’ dei soldi è il tema della vedova Lugrezia, e la sua ‘filosofia’ perciò giustamente trionfa.: Goldoni è con le donne che lavorano in proprio, magari sbarcando il lunario con vari espedienti, non con le donne che tradizionalmente vedono nel marito l’unica fonte di sostentamento. I soldi non sono ancora diventati corruttori della ‘natura’ come quando la borghesia, conquistato il potere, diventerà nell’Ottocento la classe conservatrice o reazionaria (“Ciò che è mio mediante il denaro, ciò che io posso pagare, e cioè che il denaro può comprare , questo sono io. Io sono brutto, ma posso comprarmi la donna più bella, quindi non sono brutto, perché l’effetto della bruttezza, la sua forza repellente è distrutta dal denaro” – Karl Marx, 1844). Ma nel Settecento i soldi, il modo proprio dei borghesi di conoscere il Mondo, hanno ancora un valore progressista, possono correggere la ‘natura’ nel senso dell’ ‘eguaglianza’, che è poi, per i filosofi Illuministi, la ‘legge’ stessa della ‘natura’;: questo è il congedo delle Donne Gelose: Passando i anni, passa la bellezza / ma de tutto ghe xe, co ghe xe i bezzi. / Una povera donna se despressa, / ma quando l’ha ghe n’ha se ghe fa i vezzi: che i sia per interesse o par amor / se accetta tutto, e se consola el cuor! Certo tra i complimenti ad una donna giovane e bella quelli ad una donna vecchia e ricca, passa una certa differenza di autenticità; la ‘natura’ creata dagli uomini – dai soldi dei borghesi – è un surrogato, ma secondo Goldoni ci si deve accontentare. Ma tutto si conclude felicemente quando le 'siore' Giulia e Tonina scoprono che i loro mariti frequentano la 'siora' Lucrezia non per amore ma per interessi e che per merito della vedova hanno fatto buoni guadagni. La commedia della gelosia si risolve così' nella commedia dei bessi.
Arnaldo Momo
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