NOTE DI REGIA
Seicenta è un testo che mi ha interessato per due motivi: il primo, quasi ovvio, il tema "femminista", ma particolarmente efficace perché riscoperto in una donna del '600, Arcangela Tarabotti, una monaca che dalle mura del suo convento, con grande acutezza e passione, identifica la violenza maschile nel triplice potere del padre, dello Stato, della Chiesa. E già questo spostamento nel tempo consente di superare le schematizzazioni ideologiche che hanno valore politico ma che, trasportate sulla scena sono destinate a trasformarsi in prediche controproducenti. Il secondo motivo è formale, trattandosi di un copione che si impernia su testi letterari e non teatrali della Tarabotti. Da ciò deriva la struttura della mia regia: ho staccato la figura di Arcangela dalla scena, facendo agire in sua vece, quando necessario, una controfigura muta. Così le parole della Tarabotti, proprio perché non hanno un luogo teatrale comune a quello degli altri attori, possono conservare tutta la loro forma - e cioè la loro forza - e diventare efficaci anche in teatro. Questa struttura si ritrova in molte microstrutture della regia, ma qui il discorso si farebbe troppo tecnico e troppo lungo. Aggiungo soltanto che nella recitazione di quel testo parallelo al testo scritto, e che è il testo recitato, gli attori - per la qualità particolare del copione, hanno dovuto ricorrere non solo alla fantasia psicologica, ma anche all'immaginazione letteraria. E un'altra cosa: gli antagonisti di Arcangela sono poco più che sottointesi nel testo: ma poiché Arangela non combatte certo contro inconsistenti fantasmi, lo spettacolo teatrale - il rito - consente di rendere con efficacia la potenza e il fascino del nemico che, come insegnano i militari e gli sportivi, non va mai sottovalutato.
ARNALDO MOMO
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